“Le bucie …” Eco-Balla di lunedì 7 Gennaio 2013.

(Proverbio romanesco: “le bugie hanno le gambe corte…”)

Sottotitolo: a chi compete, veramente, la CARATTERIZZAZIONE geologica ed idrogeologica INTERNA alla discarica di Roncigliano?

Il Sindaco di Albano Laziale Nicola Marini ed il delegato comunale ai rifiuti Luca Andreassi, stanno cercando di nascondere le proprie responsabilità dietro lo “scudo” degli altri nove sindaci di bacino!

Questo è il Comunicato Stampa pubblicato il 10 Dicembre 2012 sul sito del Comune di Albano (per leggere, clicca qui). Contiene le risultanze della recentissima conferenza dei Sindaci di bacino. Leggete con attenzione il punto n. 2 che riguarda uno degli impegni assunti dalla conferenza dei sindaci di bacino per, così si sostiene, continuare la battaglia di contrasto alla realizzazione dell’inceneritore dei Castelli Romani:

Redazione di una lettera sottoscritta da tutti i Sindaci al fine di ribadire con fermezza che la caratterizzazione idrogeologica dell’area e la successiva eventuale bonifica sono di esclusiva competenza della Regione Lazio. Si sottolineerà, peraltro, come nonostante la norma preveda quanto appena stabilito, i Sindaci, per senso di responsabilità, hanno comunque inteso procedere nelle aree in cui la caratterizzazione è effettuabile (ovvero al di fuori della discarica). Si richiederà pertanto che la Regione Lazio intervenga all’interno della discarica operando la medesima caratterizzazione geologica ed idrogeologica …”

Quello che segue, invece, è il testo – per esteso – dell’art n. 250 della Legge n. 152 del 2006 (denominata molto spesso: Testo Unico Ambientale o “Decreto Matteoli”):

“Nel caso in cui i soggetti responsabili della contaminazione (ndr, nel nostro caso la Società Pontina Ambinete srl di Cerroni) del sito non provvedano direttamente agli adempimenti disposti dal presente Titolo V° (che disciplina tra le altre cose la CARATTERIZZAZIONE geologica ed idrogeologica, l’ANALISI DI RISCHIO DEL SITO e la successiva BONIFICA!), ovvero non siano individuabili e non provvedano né il proprietario del sito ne gli altri soggetti pubblici interessati (ndr, Regione Lazio), le procedure e gli interventi previsti dalla legge sono realizzati d’ufficio dal comune territorialmente competente …”

Il Sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, ed il delegato comunale ai rifiuti, Luca Andreassi, temono forse di schiacciare i piedi al monopolista dei rifiuti Manlio Cerroni?

O forse, più semplicemente, di scontentare il novello candidato al Parlamento Nazionale – attuale consigliere regionale del PD e vice-presidente del Coniglio Regionale – Bruno Astorre?

Eppure gli esiti della CARATTERIZZAZIONE geologica ed idrogeologica INTERNA della discarica di Roncigliano – secondo la Legge n. 59 del 2005 – ci permetterebbero di opporre un altro serio ed importante ostacolo alla realizzazione dell’Inceneritore dei Castelli Romani!

Dovremo aspettare ancora molto?

AUGURI A TUTT* DI BUON 2013!!

PS: vi consiglio di leggere tutto il Titolo V° (art. 239 e seguenti) della Legge n. 152 del 2006 (clicca quì).

NoInceneritore020 (2)

“Tanto va la gatta al lardo …” Eco-Balla di venerdì 21 Dicembre.

Sottotitolo: “I Dirigenti della Regione Lazio Luca Fegatelli e Raniero De Filippis, c’hanno forse lasciato lo zampino?”

Certi nomi, legati all’affaire rifiuti, ed in modo particolare all’Inceneritore ed al VII invaso di Albano Laziale, ri-tornano sempre …

Due di questi, che ricoprono tra l’altro alti incarichi all’interno della Regione Lazio, sono: LUCA FEGATELLI e RANIERO DE FILIPPIS.

Proprio i due massimi dirigenti che, il 13 Agosto del 2009, firmarono la famigerata Autorizzazione Ambientale n. B-3694 (firme a fondo pagina, clicca quì). Ovvero l’atto che chiuse il percorso amministrativo di approvazione dell’’INCENERITORE DEI CASTELLI ROMANI.

E proprio i due massimi dirigenti che, il 13 Agosto 2009, firmarono la famigerata autorizzazione Ambientale n. B-3695 (firme a fondo pagina, clicca qui). Ovvero l’atto che chiuse il percorso amministrativo di approvazione del VII INVASO DELLA DISCARICA INTERCOMUNALE DI RONCIGLIANO (ALBANO).

E, ancora, gli stessi massimi dirigenti che hanno guidato, con “estrema accortezza”, le due rispettive conferenze dei servizi relative, per l’appunto, al VII invaso della discarica di Roncigliano (Albano Laziale) e al noto Inceneritore dei Castelli Romani (verbale di conferenza VII invaso; verbale di conferenza Inceneritore).

REGIONE LAZIO:  MICROSPIE …

Nel corso del 2010 la Procura di Velletri, che stava conducendo un´inchiesta su una truffa ai danni della Regione Lazio (clicca quì), localizza due microspie all’interno degli Uffici Regionali. Nel mirino c´erano i compensi gonfiati per lo smaltimento dei rifiuti nella discarica di Roncigliano di Albano (clicca quì).Una ditta incaricata dalla Regione Lazio aveva rimosso con PRECISIONE CHIRURGICA tutte le microspie sabotando, di fatto, le indagini di Velletri. Chi finisce nel mirino? LUCA FEGATELLI! (clicca quì)

REGIONE LAZIO: ASSUNZIONI “CLIENTELARI” …

Assunzioni Record. Altra storia di clamoroso danno all’erario pubblico è quello rappresentato nella sentenza su RANIERO DE FILIPPIS – classe 1954, originario di Fondi (Latina) – commissario liquidatore della XVI comunità montana dei monti Ausoni con sede a Lenola (la città in provincia di Latina che diede i natali a Pietro Ingrao). De Filippis, nel maggio del 2005, assunse 25 persone a tempo indeterminato nell’ente che stava per chiudere: il personale nell’arco di dieci giorni sarebbe completamente passato in carico alla Regione Lazio. CLIENTELE. Secondo la procura, RANIERO DE FILIPPIS aveva scelto i concorrenti con un bando «riservato» implicando, «oltre ad un aggravio economico per le casse della disciolta comunità montana per il periodo di dieci giorni, anche il riversarsi di tale personale, attraverso i successivi trasferimenti, sulla Regione Lazio con rilevanti costi effettivi». In altre parole RANIERO DE FILIPPIS avrebbe «recato alla Regione un danno con efficacia permanente, avendo, con EVIDENTI MODALITÀ CLIENTELARI – probabilmente LEGATE AD ALTRE RESPONSABILITÀ RIMASTE NELL’ OMBRA – proceduto all’assunzione di personale evidentemente non necessario per poi ricollocarlo in altro settore della Regione». Il danno complessivo è stato valutato in quasi cinque milioni di euro, di cui 1,2 imputabili al comportamento di RANIERO DE FILIPPIS, condannato infine ( sentenza 357/2012) al pagamento in favore della Regione di 750 mila euro, oltre a poco meno di 400 euro per le spese di giudizio. Attualmente RANIERO DE FILIPPIS appartiene alla direzione regionale politiche sociali e famiglia, il suo stipendio lordo si aggira intorno ai 155 mila euro l’anno” (08.06.2012, Corriere della Sera, Michele Marangon, clicca quì)

REGIONE LAZIO: FONDI “BALLERINI” …

Fondi Pdl Lazio, Polverini sapeva. Ecco le carte. Le delibere dell’ufficio di presidenza che hanno aumentato a dismisura la disponibilità economica dei consiglieri mostrano che il governatore non poteva che esserne a conoscenza: A FIRMARE ERA SEMPRE IL SUO BRACCIO DESTRO: LUCA FEGATELLI … LE DETERMINAZIONI che hanno permesso a Fiorito e colleghi di destinare altri 5,4 milioni a feste, cene, ostriche e viaggi, infatti, NON SONO FIRMATE DAL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE O DA UN SUO BUROCRATE, MA DA QUELLO CHE È CONSIDERATO IL BRACCIO DESTRO DI RENATA POLVERINI, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO TERRITORIO, LUCA FEGATELLI. Se FEGATELLI firmava gli atti che portano 5,4 milioni di euro in più nelle casse dei gruppi, come può il presidente del Lazio continuare a sostenere la sua totale ignoranza del problema?” (25.09.2012, Il Fatto, di Marco Lillo, clicca quì)

“Scandalo Lazio, il giorno prima dell’addio, Renata Polverini nomina 10 dirigenti: La Stampa fa anche i nomi dei nuovi “nominati”:  … LUCA FEGATELLI, direttore del Dipartimento per il territorio … e RANIERO DE FILIPPIS, direttore generale …” (27.09.2012, Il Fatto, Redazione, clicca quì)

REGIONE LAZIO: IL “SISTEMA CERRONI” …

L’indagine sul “Sistema Cerroni” dura due anni: compaiono i nomi, tra gli altri, di Manlio Cerroni e dei suoi fedelissimi insieme a quelli di alcuni dirigenti di punta della Regione … come LUCA FEGATELLI, fino al 2010 a capo della Direzione regionale Energia e rifiuti, oggi capo del Dipartimento del Territorio … che finiscono prima nel registro degli indagati con ipotesi di reato gravissime come: ASSOCIAZIONE A DELINQUERE E CONCORSO IN TRUFFA AI DANNI DELLO STATO, poi – lo scorso febbraio – FINISCONO NIENTE MENO CHE NELLA RICHIESTA D’ARRESTO CHE IL MAGISTRATO MANDA AL GIP DI VELLETRI. Il quale, ad aprile 2012, ha dichiarato la propria incompetenza territoriale sul fascicolo («Il luogo in cui opera la prospettata associazione», scrive nell’ordinanza, «deve vieppiù individuarsi in Roma») che È FINITO ORA SULLE SCRIVANIE DEI PM CAPITOLINI.” (19.10.2012, Monnezza Criminale, L’Espresso, di Emiliano Fittipaldi, clicca qui)

REGIONE LAZIO: LE NOMINE “TRUCCATE” …

(SOTTOTITOLO: DIRIGENTI ALLA ROMANA …)

«La giunta lombarda è fatta da dilettanti al confronto. Roberta Bernardeschi è la segretaria del Direr, il sindacato dei dirigenti della Regione Lazio. Dopo aver letto che la giunta Formigoni ha avuto annullato un concorso per dirigenti per non avere pubblicato il bando sulla Gazzetta ufficiale è scoppiata in un riso amaro: «Per lo meno in Lombardia i concorsi li fanno. Qui sono più furbi, non pubblicano nemmeno i bandi». La giunta di Renata Polverini ha rassegnato le proprie dimissioni il 27 settembre per l’inchiesta che ha portato all’arresto del capogruppo e tesoriere del Pdl, Franco Fiorito, per indebita appropriazione di fondi elettorali. Ma il giorno prima di dimettersi ha fatto in tempo a rinnovare l’incarico a sette direttori generali … tra cui LUCA FEFATELLI e RANIERO DE FILIPPIS … Il consociativismo è il cancro della Regione. E i burocrati vanno a nozze con il consociativismo. FEGATELLI  all’inizio era agganciato ai Verdi, nell’era Polverini s’è avvicinato all’Udc e ora il suo segretario dà una mano al comitato elettorale di Nicola Zingaretti, candidato del Pd alle prossime elezioni” (20.12.2012, Dirigenti alla Romana, Sole24Ore, di Giuseppe Oddo, clicca qui)

I Dirigenti della Regione Lazio Luca Fegatelli e Raniero de Filippis, c’hanno forse lasciato lo zampino?

inceneritore acerraaaaa

“Mors tua …” Eco-Balla di giovedì 20 Dicembre.

(Locuzione latina che, al di là del senso letterale, si usa quando in una competizione o nel tentativo di raggiungere un traguardo ci sarà un solo vincitore.)
Sottotitolo: chi ha raccolto, nel PD, l’eredità “politica” dello scomparso ex consigliere con delega ai rifiuti Mario Di Carlo?

Il 25 aprile 2011 (clicca quì), dopo una lunga malattia, viene a mancare prematuramente Mario di Carlo: consigliere Regionale ed ex presidente di Atac ed Ama. Ex presidente di Legambiente Lazio e poi Direttore Nazionale di Legambiente. Nel 2005 il grande salto: con l’elezione a consigliere regionale alla Pisana diventa anche capogruppo della Margherita. Nel giugno 2008 Marrazzo lo nominò assessore alle politiche della Casa con delega ai rifiuti. Delega, quest’ultima, che riconsegnò la mattina successiva  (clicca quì) alla messa in onda di una sua intervista  nel corso della nota trasmissione televisiva “Report” (clicca quì). Credendo che le telecamere fossero spente, Di Carlo, con un linguaggio colorito, in romanesco, inventò inconsapevolmente quello che sarebbe diventato un vero e proprio tormentone (una sorta di cult su web, tv e stampa): “il pranzo a suon di coda alla vaccinara” con il magnate dei rifiuti Manlio Cerroni! “Mi scuso – disse subito dopo- sono stato un ingenuo, e chi sbaglia paga”.

Mario Di Carlo, in ogni caso, era considerato unanimemente il POLITICO PIÙ VICINO A MANLIO CERRONI.

La domanda, quindi, sorge spontanea: chi ha ereditato, nel PD, quei “rapporti politici”?

Chi fa, oggi, nel PD, da “ponte di collegamento” tra gli interessi dell’ottavo re di Roma ed il più grande partito del centro sinistra della Regione Lazio?

Fonti accreditate e mai smentite parlano del plenipotenziario Consigliere Regionale del PD Bruno Astorre, attuale vice presidente del Consiglio della Regione Lazio;  “capo politico”, tra l’altro, anche del Sindaco di Albano Laziale Nicola Marini.

Di sicuro, Bruno Astorre, in passato, si distinse proprio sul tema rifiuti:

Come emerso dalla recente audizione in Commissione Ambiente del Consiglio, presenti i comitati e le associazioni locali contrari al gassificatore, si è stabilito l’avvio d’un’indagine conoscitiva di tutte le questioni sollevate dai comitati, attraverso una richiesta di documentazione e audizioni con le strutture tecniche regionali, che hanno seguito sin qui la fase procedurale per l’autorizzazione all’impianto … appare chiaro che debbano essere definiti sia la chiusura della discarica di Roncigliano sia l’avvio di investimenti straordinari sul quadrante Albano – Pomezia – Ardea, per aumentare la raccolta differenziata” (25.10.2009, clicca quì)

Si prenda atto della sentenza del Tar sul gassificatore di Albano, che sancisce l’illegittimità dell’iter amministrativo, dando ragione ai molti che avevano espresso su questo le loro perplessità. Ora però è il momento di ripartire dai territori, dai comuni e dai cittadini, recuperando quel dialogo che, purtroppo, nel tempo è oggettivamente mancato o è stato comunque poco efficace. È necessario informare i cittadini, così da poter concertare con loro le scelte che li riguardano, per arrivare a decisioni il più possibile condivise.”(25.12.2010, clicca quì)

E’ forse un caso se, dalla prematura scomparsa di Mario Di Carlo, ovvero dalla primavera del 2011, l’immobilismo della Giunta Marini sul tema inceneritore dei Castelli Romani e discarica intercomunale di Albano, si sia notevolmente accentuato? Per non parlare, poi, della raccolta differenziata porta a porta …

Da allora, Bruno Astorre, non ha rilasciato più dichiarazioni alla stampa sul tema rifiuti.

Di sicuro il 5 aprile del 2012, subito dopo la “sentenza politica” del Consiglio di Stato relativa all’Inceneritore dei Castelli Romani, partecipò all’ “INIZIATIVA SUI RIFIUTI E SULL’INCENERITORE” convocata dal PD di Albano e tenutasi presso la sede del circolo locale.

In quell’occasione, proprio Bruno Astorre, nel suo intervento pubblico, si mostrò “possibilista” rispetto alla realizzazione del contestatissimo progetto.

Unico e solo intervento, nell’occasione, di NON APERTA CONTRARIETÀ.

All’assemblea pubblica del PD parteciparono, tra gli altri: il Sindaco di Albano Marini, il Sindaco di Ariccia Cianfanelli, l’assessore provinciale Colaceci, il consigliere regionale Ponzo, il segretario provinciale Loedori, rappresentanze dell’amministrazione di Ciampino, etc …

Ai margini dell’incontro Bruno Astorre arrivò addirittura a dichiarare senza mezzi termini ad alcuni dei presenti: “sono favorevole all’inceneritore dei Castelli Romani”.

Bruno Astorre è attuale candidato del PD al parlamento. Nonché, da alcuni mesi, “indagato per concorso in abuso d’ufficio.” (cit, Rai News 24 del 29.10.2012)

L’unico e solo vincitore della partita “politica” sul tema rifiuti della Regione Lazio, sarà forse proprio il magnate dei rifiuti Manlio Cerroni?

NoInceneritore023 (2)

“Chi amministra …” (Proverbio romanesco: chi amministra, amminestra …”) Eco-Balla di Mercoledì 19 Dicembre.

Sottotitolo: “L’ottavo re di Roma fa rullare i tamburi …”

Per via d’un contenzioso amministrativo in corso dagli anni 90, il Comune di Albano è stato recentemente condannato a pagare una cifra pari a circa un milione e mezzo di euro alla Pontina Ambiente di Cerroni, proprietaria, tra le altre cose, della discarica intercomunale di Albano e, per altro, una delle tre consorziate (insieme ad ACEA ed AMA) nel progetto COEMA per la costruzione dell’inceneritore più grande d’Europa.

Il 24 maggio 2012 parte, tra il Sindaco di Albano, Nicola Marini, e l’amministratore unico della Pontina Ambiente, Ing. Francesco Rando, la PRIMA FASE PRELIMINARE della TRATTATIVA ECONOMICA per raggiungere un accordo (clicca quì).

Poichè, dopo la condanna di secondo grado ed in attesa della Cassazione (terzo ed ultimo grado della Giustizia italiana), il Comune di Albano si trova comunque nell’obbligo, per legge, di rendere disponibile l’intera cifra dovuta alla società di Cerroni.

Ma il Comune di Albano, molto semplicemente, i soldi non li ha. E rischia il dissesto economico.

Il 7 giugno 2012, segue la SECONDA FASE PRELIMINARE della TRATTATIVA ECONOMICA (clicca quì). Ma è solo  il 5 luglio 2012 (clicca quì) che si raggiunge l’auspicato ACCORDO. Cerroni concede dunque il “via libera” alla chiusura della TRANSAZIONE che prevede uno sconto di 700.000 euro (settecento mila euro) sull’importo complessivo nonché la rateizzazione della somma in dieci anni.

Appena tre giorni prima, però, per l’esattezza il 2 luglio 2012 (clicca quì), il Sindaco Marini – su richiesta del comitato No Inc – presenta una richiesta di “accesso agli atti” al Gestore del Servizio Elettrico nazionale, GSE, per avere copia di documenti (Convenzione Preliminare tra GSE e Co.E.Ma.) che potrebbero rivelarsi fondamentali a scongiurare che l’inceneritore di Albano usufruisca dei cosiddetti “certificati verdi”: fondi pubblici che lo Stato conferisce a chi produce energia elettrica con gli inceneritori.

Il magnate dei rifiuti Cerroni si arrabbia. O meglio, si imbufalisce. Non vuole che la CONVENZIONE PRELIMINARE COEMA/GSE di Giugno 2009 finisca nelle mani del Comitato No Inc. Perchè? Cosa c’è in quelle carte che i cittadini non devono vedere? E’ così che il suo braccio destro, l’amministratore DIMISSIONARIO (clicca quì) della Pontina Ambiente, Ing. Francesco Rando, scrive una lettera di fuoco indirizzata al capo dell’Amministrazione di Albano (clicca quì).

Il Sindaco Nicola Marini corre ai ripari, ed invita i responsabili della società di Cerroni per Lunedì 23 luglio 2012 ore 17,00 niente meno che presso la sede del Comune, a Palazzo Savelli (clicca quì).

E pace fu.

L’ACCORDO ECONOMICO venne raggiunto ancora una volta, o meglio per la seconda volta, evitando all’Amministrazione Marini di andare in dissesto economico (clicca quì).

Nel frattempo, l’appuntamento per accedere agli atti GSE era stato fissato, con largo anticipo, al 10 settembre 2012 (clicca quì) ma né il Sindaco Nicola Marini né il delegato comunale ai rifiuti Luca Andreassi, hanno trovato il tempo ed il modo di andare a ritirare gli importantissimi documenti necessari per la vertenza contro l’inceneritore di Albano. Un caso? Perché il Sindaco Marini non ha delegato un dirigente o funzionario comunale? Perché non il consigliere comunale della FDS Salvatore Tedone? Perché non il responsabile ambiente e territorio del PD di Albano Simone Carabella?

Pochi giorni dopo il GSE, con due distinte lettere, nega definitivamente la possibilità di accesso ai documenti. (Prima lettera; seconda lettera)

Ma c’era ancora un’ultima possibilità? Sì!

Nella parte finale della lettera del GSE del 4 ottobre 2012 (clicca quì) c’è scritto, difatti: “Avverso il presente provvedimento di diniego può essere proposto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale …”

I termini per presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio contro la decisione del GSE sono già trascorsi invano, ma il Sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, non ha ritenuto fosse opportuno procedere …

Non sono ancora definitivamente trascorsi, però, i 120 giorni per depositare un ricorso Amministrativo al Capo dello Stato …

Il Sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, almeno in questo caso, procederà?

Chi ci salverà, ora, dall’inceneritore di Cerroni?

IMG_9039 [1024x768]

“A buon intenditor …” Eco-Balla di martedì 18 Dicembre.

Sottotitolo: “Chi osa far piangere l’ottavo re di Roma?”

Gli incentivi pubblici per la costruzione degli inceneritori vennero bocciati dall’Unione Europea il 31 Dicembre 2008. Ad eccezione degli impianti definitivamente approvati a livello amministrativo o cantierizzati entro e non oltre il 31 Dicembre 2008.

Com’è noto, l’Inceneritore di Albano venne approvato definitivamente a livello amministrativo solo il 13 Agosto 2009 (con l’Autorizzazione Integrata Ambientale n. B-3694, clicca quì).

Il Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, però, per garantire in ogni caso al COEMA (Acea, Ama e Pontina Ambiente di Cerroni) i fondi pubblici necessari a costruire l’impianto di Albano, firmò in extremis un’ordinanza: la n. Z-0003 del 22 Ottobre 2008 (clicca quì).  Ordinanza che permetteva una cantierizzazione “provvisoria”dell’impianto di Albano in attesa della necessaria e definitiva Autorizzazione Ambientale.

Così il 29 Dicembre 2008, appena entro i termini imposti dall’UE, il COEMA pose una rete di recinzione intorno all’area del futuro cantiere “spacciandola” per una cantierizzazione vera e propria; utile, quindi, a percepire i fondi CIP6/92. Ed infatti nel Giugno del 2009 il COEMA firmò una CONVENZIONE PRELIMINARE con il Gestore del Servizio Elettrico, GSE,  per poter percepire tali fondi. Il COEMA  inviò anche la relativa D.I.A. (dichiarazione inizio attività) al Comune di Albano.

L’Ordinanza di Marrazzo n. Z-0003 del 22.10.2008 però, per nostra fortuna,  è stata bocciata DEFINITIVAMENTE dal Consiglio di Stato con la famigerata “sentenza Politica” del 22 Marzo del 2012, perché firmata quando il suo periodo commissariale era  già “scaduto” da ben 4 mesi, ovvero il 30 Giugno 2008.

Secondo il No Inc la CONVENZIONE PRELIMINARE  tra GSE e COEMA per i fondi CIP6/92 è invalidata dal fatto che la cantierizzazione “fittizia” è avvenuta sulla base dell’ordinanza n.Z-0003 del 22.10.2008 bocciata dal Consiglio di Stato.

Proprio per questo motivo, a Maggio scorso, il No Inc ha chiesto al GSE (clicca quì) una copia della CONVENZIONE PRELIMINARE COEMA/GSE . L’obiettivo è di portarla alla Corte dei Conti ed ottenerne l’ANNULLAMENTO!! La risposta del GSE è stata negativa!

Stessa richiesta è stata inoltrata al GSE, subito dopo, da parte del Consigliere Regionale della FDS Ivano Peduzzi (clicca quì) : anche in questo caso la risposta è stata negativa (clicca quì)!

Infine il No Inc ha chiesto – per il tramite di Simone Carabella  – al Sindaco di Albano Nicola Marini, di farsi lui stesso portavoce di questa istanza di “accesso agli atti”: il Sindaco Marini ha accettato e presentato richiesta il 2 Luglio del 2012 (clicca quì).

Ma, da qui in poi, il mistero si infittisce …

Va detto che, contestualmente, a causa d’una condanna giudiziaria per un contenzioso amministrativo degli anni 90, il Comune di Albano aveva in corso dal mese di Maggio 2012 una TRANSAZIONE ECONOMICA con la Pontina Ambiente di Cerroni,  con lo scopo di ottenere uno sconto ed una rateizzazione su un debito di circa un milione e mezzo di euro, che permettesse di chiudere il bilancio comunale entro i termini di legge e, soprattutto, di non mandare in default il Comune.

Il 13 Luglio 2012 l’Amministratore della Pontina Ambiente – ora dimissionario – Ing. Francesco Rando, braccio destro di Cerroni, venuto a conoscenza della richiesta al GSE da parte del  Comune di Albano, scrive una lettera di fuoco al Sindaco Marini (clicca quì).

E si arrabbia molto: sospendendo l’offerta del “bonus di 700.000 euro e relativa rateizzazione” e chiudendo la trattativa.

Il 6 Agosto 2012 il GSE convoca formalmente il Sindaco di Albano, Nicola Marini, per prendere visione della  CONVENZIONE PRELIMINARE (clicca quì). L’appuntamento era fissato per il 10 Settembre 2012 alle ore 16,00. Ma nonostante l’appuntamento fosse stato concordato con ben 5 settimane d’anticipo, il 10 Settembre sia il Sindaco Marini sia il delegato ai rifiuti Andreassi si rendono indisponibili (per improrogabili impegni sopraggiunti …) a recarsi al GSE, né ritengono opportuno delegare funzionari o dirigenti di loro fiducia.

In più, si sono ben guardati dal delegare il Consigliere comunale della FdS Salvatore Tedone o il referente Ambiente e Territorio del PD, primo dei non eletti, Simone Carabella.  Perché?

MORALE?

La TRANSAZIONE ECONOMICA tra Pontina Ambiente di Cerroni e Sindaco Nicola Marini riprende miracolosamente – e va a buon fine – salvando il Comune di Albano dal dissesto economico (clicca quì).

Ma il GSE, altrettanto incredibilmente, dopo il mancato appuntamento del 10 Settembre 2012, rinvia invece una nuova missiva in cui si “rimangia” la disponibilità di accesso agli atti concessa pochi giorni prima  (clicca quì)…

La lettera del 13 Luglio scorso (clicca quì) dell’Amministratore della Pontina Ambiente di Cerroni – Ing. Francesco Rando – è stata forse un elemento di “pressione” insostenibile per il Sindaco di Albano Nicola Marini e per il delegato comunale ai rifiuti Luca Andreassi?

Incredibili coincidenze o insormontabili “pressioni”?

Chi osa far piangere l’ottavo re di Roma?

NoInceneritore007 (2)

Chi di spada ferisce… – Ecoballa di martedi 11 dicembre

Sottotitolo: “Cane affamato non teme bastone: il ricorso alla CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO (CEDU)”. Il portavoce del Sindaco di Albano Laziale Nicola Marini, Dott. Luca Faenza, ha sostenuto recentemente: “alla corte europea per i diritti dell’uomo possono ricorrere i singoli cittadini, le associazioni non governative e lo stato. Qualche genio ha detto che il sindaco Marini può farlo come privato cittadino, quindi non in nome e per conto della cittá …” Quello che vedete in foto è un MODULO UFFICIALE della Corte CEDU (Clicca qui) E’ necessario che venga compilato IN OGNI SUA PARTE affinché il ricorso possa essere pre-valutato da un’apposita commissione. E, solo successivamente, discusso dai giudici. DEBBONO essere inserite nel modulo, A PENA DI ESCLUSIONE – OBBLIGATORIAMENTE (!) – non solo la RESIDENZA (punto 8) del ricorrente ma, ancora prima, il DOMICILIO (punto 6) e PROFESSIONE (punto 4). Secondo l’art. 43 del Codice Civile, difatti, la RESIDENZA è il luogo in cui una persona si trova ad abitare con la propria famiglia. Il DOMICILIO, invece, è il luogo in cui un individuo “ha stabilito la sede principale dei suoi affari, interessi e del lavoro”. Gli interessi non sono solo di natura economica ma anche di natura personale, sociale, amministrativa, lavorativa e/o politica.

Lo scorso 8 Settembre 2012 i Presidenti della Associazioni No Inc ed alcuni residenti nei pressi della discarica di Roncigliano depositarono, come noto, il primo ricorso alla CEDU.

La Segretaria Generale della Corte CEDU inizialmente rifiutò il ricorso No Inc – con una lettera che risulta agli atti – perché due su otto dei ricorrenti non avevano indicato, CHIARAMENTE, nel modulo personale, il DOMICILIO e la PROFESSIONE. Non permettendo, quindi, alla Corte, di capire COSA FANNO PER LAVORO i due ricorrenti. Per questo motivo il No Inc decise di mettere a disposizione gratuitamente – nel corso del Corteo del 20 Ottobre scorso – una copia “aperta” del ricorso alla CEDU. Ricorso sottoscritto da circa 3000 persone residente nei Castelli Romani. Ognuna di queste 3000 persone ha indicato CHIARAMENTE – come ricorderete – in appositi moduli prestampati – la propria PROFESSIONE! Una signora scrisse, addirittura, nell’occasione: “Mamma, vi va bene? Una risposta “POLITICA”, alla Corte CEDU, da parte dei cittadini e delle cittadine dei Castelli Romani, ancor prima che GIURIDICA!

IL SINDACO DI ALBANO LAZIALE, NICOLA MARINI, PER LAVORO, RAPPRESENTA A LIVELLO AMMINISTRATIVO E GIURIDICO CIRCA 42 MILA PERSONE!

IL SUO DOMICILIO, PER LA TUTTA LA DURATA DELLA CARICA PRO-TEMPORE, CORRISPONDE ALLA SEDE DEL COMUNE DI ALBANO LAZIALE, PRESSO PALAZZO SAVELLI, PIAZZA DELLA COSTITUENTE N. 1!

Il Sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, risiede, mi dicono, in un Comune limitrofo che conferisce, in ogni caso, i propri rifiuti indifferenziati nella discarica di Roncigliano. Ha, quindi, tutti i titoli per presentare ricorso! Perché, mi chiedo, viceversa, il Sindaco di Albano Laziale Nicola Marini – ed il delegato comunale ai rifiuti Luca Andreassi – il 20 Ottobre scorso, pur essendo presenti al Corteo No Inc, non hanno sottoscritto la copia “aperta” del ricorso alla CEDU messa a disposizione dell’intera comunità dei Castelli Romani? Perché, ancora oggi, continuano a sostenere SCUSE INVEROSIMILI – per il tramite del portavoce Luca Faenza (a cui va tutta la nostra stima e rispetto!) – pur di non SOTTOSCRIVERE il ricorso alla CEDU? E gli altri Sindaci di bacino (tranne il Sindaco di Genzano!), che combinano? I cittadini e le cittadine dei Castelli Romani, quanto dovranno ancora aspettare? Non bastano i NOVE lunghi mesi già trascorsi invano dal giorno della “sentenza politica” del Consiglio di Stato? Clicca qui.

“Chi semina vento (di legalità?) …” – Eco-Balla di lunedì 10 Dicembre 2012

Il “MEMORANDUM SULLE POSSIBILI AZIONI DA INTRAPRENDERE ALL’ESITO DELLA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO”, ovvero il “fantomatico” parere dello studio legale PAPARO, come già detto, è davvero singolare (clicca qui) … E’ stato sottoscritto senza che ci fosse una determina d’incarico ufficiale della dirigente competente del Comune di Albano Laziale, Dott.ssa Mariella Sabadini. E’ stato, quindi, redatto gratuitamente? Su incarico “DIRETTO” di chi? Come ricorderete, inoltre, è privo della data, del protocollo d’uscita e d’entrata, del timbro e della firma degli avvocati estensori. Il “parere legale” non ha fatto menzione, per di più, come se non bastasse, di tutte le ULTERIORI e POSSIBILI azioni legali ancora praticabili. Infatti, pur ammesse le perplessità verso la riuscita d’un ricorso presso la “Corte di Giustizia Europea di Bruxelles” (Belgio), non è stata minimamente presa in considerazione la possibilità di ricorrere anche alla “Corte Europea dei Diritti dell’Uomo” (Francia). Né, tantomeno, l’altra opzione, non certo trascurabile, prevista dall’art. 111, 8º comma, della Costituzione Italiana, ossia il ricorso alla “Suprema Corte di Cassazione” contro la sentenza del Consiglio di Stato. Né, infine, della possibilità di effettuare una apposita denuncia presso la Commissione Europea. Un vero e proprio parere “mozzo” … Nel comunicato stampa di ieri del Comune di Albano, invece, con un vero e proprio colpo di scena politico/istituzionale, si parla di:

1) “Valutazione della possibilità di effettuare una denuncia alla Commissione Europea per valutare l’esistenza di eventuali infrazioni dell’applicazione della norma nazionale al diritto comunitario”
2) “Valutazione della possibilità di adire alla Corte europea dei Diritti per l’Uomo.”
Ora, quindi, scopriamo che si è deciso di riesumare, a ben NOVE mesi di distanza dalla sentenza del Consiglio di Stato relativa all’inceneritore di Albano, le “questioni legali” …
Ed i sindaci di bacino – in attesa della prossima conferenza in programma per mercoledì 9 Gennaio – stanno facendo valutare ai propri rispettivi legali comunali di fiducia il da farsi …
Qualcuno, forse, non si fida dello studio legale incaricato dal Sindaco di Albano, Nicola Marini, e dal delegato comunale ai rifiuti, Luca Andreassi?

Sindaco Marini, cuor di leone – Eco Balla di venerdi 7 dicembre 2012

Il 18 Novembre 2011 l’Arpa Lazio (clicca qui) scrive alla Regione Lazio, alla Provincia di Roma ed al Comune di Albano. E trasmette i dati relativi al livello di inquinamento delle falde acquifere sottostanti la discarica di Roncigliano. Viene riscontrato, in modo particolare, la presenza fuori legge di sostanze gravemente nocive per la salute umana e per l’ambiente: Tribromometano(sei volte i limiti di legge), Dibromoclorometano (otto volte i limti idi legge), Benzene(tre volte i limiti di legge), Floruri(sei volte i limiti di legge), Ferro(dieci volte i limiti di legge), Arsenico(due volte i limiti di legge) e Manganese(due volte i limiti di legge).

L’Arpa Lazio continua: “Data la complessità dell’area in esame e la scarsità di informazioni relative all’inquadramento geologico ed idrogeologico dell’area, si ritiene opportuno venga valutata … la possibilità di far effettuare … studi approfonditi di caratterizzazione geologica ed idrogeologica DEL SITO OVE INSISTONO LA DISCARICA ED ANNESSO IMPIANTO TMB …”

Ovvero all’INTERNO  dell’area della discarica. Non all’ESTERNO.

Il 19 Gennaio 2012, a seguito di questi accertamenti, la Provincia di Roma ha “diffidato ufficialmente la Pontina Ambiente (di Manlio Cerroni!) per il superamento dei livelli ammissibili di inquinamento delle acque di falda”.

Ma a chi compete, secondo la legge, procedere alla bonifica della falda ed alla caratterizzazione geologica ed idrogeologica della discarica di Roncigliano?

Secondo il  Sindaco Nicola Marini, neanche a dirlo, alla Regione Lazio (Prot. 7532 del 16.02.2012).

Secondo, viceversa, la Provincia di Roma (prot. 10179 del 02.03.2012): “non vi è dubbio che il procedimento inerente la messa in sicurezza, la bonifica e caratterizzazione sia di competenza del Comune di Albano Laziale … difatti secondo la legge Regionale n. 27 del 09.07.1998, art. 27, comma 2, sono delegate ai Comuni le azioni di bonifica e caratterizzazione dei siti contaminati nel proprio territorio di competenza”

La competenza, quindi, è del Comune di Albano!!

Inoltre son passati 13 mesi dalla richiesta dell’Arpa Lazio del 18 Novembre 2011, ma la “caratterizzazione geologica ed idrogeologica del “SITO OVE INSISTONO LA DISCARICA ED ANNESSO IMPIANTO TMB”, ovvero dell’area INTERNA alla discarica, ancora non è stata avviata. PERCHÉ?

In più, oggi, la M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-A giunta Marini, ha V-O-T-A-T-O una delibera in cui chiede di procedere alla  caratterizzazione ESTERNA alla discarica stessa. Esattamente il contrario di quanto chiesto dall’Arpa Lazio. PERCHÉ?

QUALCUNO, FORSE, TEME DI SCONTENTARE IL MAGNATE DEI RIFIUTI MANLIO CERRONI?

Clicca qui.

Eppure l’Arpa Lazio ha richiesto, senza alcun dubbio (!!), che le analisi della falda acquifera venissero effettuate all’INTERNO della discarica, e non all’ESTERNO.

Nicola Marini, ma che combini?

In Giunta, interessi S-O-P-R-A-G-G-I-U-N-T-I?

“U veru probblema? I picciuli …” – Eco-Balla di Giovedì 6 Dicembre 2012

“Siccome l’amministrazione utilizza risorse pubbliche, è giusto ragionare se è utile o meno spendere dei soldi … è facile dire facciamo il ricorso alla UE spendendo i soldi dei cittadini … ma poi comunque il ricorso non serve a niente, ce lo dice il parere dei nostri legali (ndr, leggi a proposito l’Eco-Balla di mercoledì 5 Dicembre: clicca qui) … non perché non lo volevamo fare, ma perché abbiamo messo sul piatto della bilancia l’utilità di farlo o meno … questo è il punto, era solo politica l’utilità di farlo: una spesa di soldi della collettività in questo periodo che di soldi non ce ne sono” (Nicola Marini, Sala Vespignani, incontro pubblico Compost-Ti-Amo, 25.10.2012, disponibile On Line)

Perché il fantomatico parere legale titolato “MEMORANDUM SULLE POSSIBILI AZIONI DA INTRAPRENDERE ALL’ESITO DELLA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO” (clicca qui) non fa menzione di tutte le diverse e possibili azioni legali ancora praticabili?(“Corte di Giustizia Europea di Bruxelles” (Belgio); “Corte Europea dei Diritti dell’Uomo” (Francia); ricorso alla “Suprema Corte di Cassazione” contro la sentenza del Consiglio di Stato).

Perché il “fantomatico” parere legale, inoltre, è privo della data, del protocollo d’uscita e d’entrata, del timbro e della firma degli avvocati estensori? (clicca qui)

Perché è stato redatto, per di più, senza una determina d’incarico della dirigente competente del Comune di Albano, Mariella Sabadini.

E tale parere, inoltre, ha avuto un costo per l’Amministrazione Marini o è stato fornito gratuitamente?

Perché, QUESTO VA SOTTOLINEATO, il ricorso alla “Corte Europea dei Diritti dell’Uomo” è stato messo a disposizione dell’Amministrazione genzanese A TITOLO ASSOLUTAMENTE GRATUITO (!!) …

Eppure in passato l’Amministrazione Marini non ha mancato di spender soldi per affissioni necessarie, questo sì, ad accaparrarsi meriti e consensi conquistati, evidentemente, sul campo di battaglia … ricordate?

ALBANO HA VINTO!! Clicca qui.

Sindaco Nicola Marini, delegato comunale ai rifiuti Luca Andreassi, ma insomma, il vero problema del mancato ricorso alla “Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e delle libertà Fondamentali“da parte dell’amministrazione Marini, è giuridico, politico, od economico?!